Elezioni regionali in Calabria
Le prossime elezioni regionali possono, o far acquisire alla Calabria una dimensione politica di livello istituzionale ,capace di portare legittimamente la propria soggettività ai livelli della organizzazione dello Stato facendola uscire dalla disponibilità dei gover ni e dei partiti,che sonola sua proiezione nella dipendenza riproponendo il diritto della Regione ad intraprendere il cammino verso la crescita economica e civile che gli è stata tolta, o, questa regione, rimarrà definitivamente emarginata dal resto del Paese.
E’ nelle “mani” degli elettori calabresi il futuro della propria terra ,dei propri figli,la realizzazione di ogni possibile speranza di riscatto di ataviche attese,per colmare la secolare separazione tra istituzioni e società per una vera e vivificante democrazia.
Se lo Stato italiano ha emarginato la Calabria rendendola sua periferia,oggi i calabresi dovranno saper assumere una posizione di centralità scavalcando il provincialismo inserendola nei circuiti europei e mediterranei.
La Calabria ha ,oggi,il compito di “lottare “ per la eliminazione d’ogni dipendenza e sorgere dalla dipendenza.
Occorre che i calabresi comprendano quanto determinante sia un mutamento radicale dell’attuale modo di rapportarsi alle istituzioni,concepite in modo predatorio come il luogo dell’affermazione di interessi di parte a cui si collegano successi di gruppi e di persone.
Saranno queste elezioni a decidere se la Calabria diverrà parte d’Italia – cosa che oggi non è – oppure decadrà ulteriormente lasciando ad una servile lobby affaristica la possibilità di amministrare l’alta e la bassa giustizia.
Le vicende che da lunghi anni hanno portato l’Istituzione regionale alla umiliante dipendenza da “Roma” per tutte le decisioni,il diffuso degrado dei luoghi istituzionali, ridotti spesso,con la mortificazione di pur generose presenze , a terreno di faide e di congreghe,giustificano ampiamente la ribellione dei calabresi tesa a fare delle istituzioni locali uno dei punti qualificanti di impegno per il cambiamento.
Ai calabresi occorrono : impegno, idee e coraggio morale e civile per andare contro corrente, denunciare la secolare gestione statale fatta in funzione degli interessi che fin, dal suo sorgere ,hanno determinato l’organizzazione dello Stato italiano e l’equivoco dei partiti nazionali che hanno trascurato gli interessi della Calabria ponendosi nei fatti “ antimeridionali “:
E’ la politica della Lega dei matrimoni celtici,di Bossi, dalla cui radio il 14 gennaio 2010 ci si è accusati di essere i “ portatori di una cultura mafiosa.
Forte è il sospetto che oggi si fa gran chiasso sul fatto in sé,proprio per poter tacere meglio sulle sue cause . Ai leghisti, dei riti celtici, occorre che la Calabria spieghi le vere cause di questa malattia. Lo avrebbero dovuto fare i politici calabresi ma, a molti di loro non conviene contrastare la Lega.. I politici calabresi avrebbero dovuto spiegar ne le cause : la colonizzazione di tutto il Meridione,la disgregazione del suo territorio produttivo,l’inaridimento di spazi produttivi e non ultimo la subordinazione di una lobby politica, burocratica, economica,finanziaria al dominio economico e politico delle classi esterne. La ‘ndrangheta come la mafia, la camorra, la sacra corona unita, sono in tutto il meridione ma non vengono dal meridione, ma dal tipo di struttura statale che pretenderebbe di combatterla. La “mafia” è il dramma di un vasto processo di corrompimento sociale ed umano subito da questa terra,il segno di una grave ingiustizia storica,la maschera tragica della sua dipendenza. La mobilitazione contro “ la mafia “ non puo’ avvenire nelle forme delle manifestazioni che anche la Calabria conosce e che ,eludendo il problema di fondo,lasciano alla fine amarezza e delusione quando non si prestano a semplici strumentalizzazioni:
Non vi sarà azione di giustizia,né di polizia che potranno soffocarla. Non è sufficiente colpire i patrimoni finanziari e mobiliari, gli arresti, essa si riprodurrà sempre,come è avvenuto in questi ultimi cento anni ,in forme nuove sino a quando non si colpiranno i suoi santuari :la mafia con la M maiuscola: i colletti bianchi!
Indispensabile si appalesa per il futuro della Calabria l’importanza di una nuova cultura laica e cattolica se queste non vogliono vivacchiare di rimasugli,paludarsi di indumenti smessi anche se dorati! Oggi la Calabria ha bisogno del recupero vero delle due “tensioni”: la laica e quella religiosa. L’inimicizia tra le due “ tensioni “ sorte da situazioni storiche determinate ed istituzionalizzate in rigide formulazioni ideologiche,deve essere superata per una azione capace di incidere, nel reciproco rispetto e nei valori della tolleranza, sulle sfide complesse che questa terra ha dinanzi a sé.